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E’ il tempo delle piante grasse, anche se il tempo per queste piante non è limitato alla stagione calda. Le piante grasse o succulente sono sempre più presenti all’interno delle nostre case e all’esterno su terrazzi e giardini. Oltre alla loro bellezza il successo è certamente legato alla loro facilità di manutenzione e alla loro capacità di resistere a situazioni climatiche estreme con lunghi periodi di siccità. Tutte le piante che accumulano acqua nelle radici, nei fusti o nelle foglie possono essere considerate succulente o piante grasse e con questa strategia riescono a mantenersi in salute autonomamente, utilizzando l’acqua immagazzinata, nel momento in cui ne hanno più bisogno. Con i propri ‘serbatoi di stoccaggio d’acqua’ e con le loro spine o peluria si difendono bene e sopravvivono nei lunghi periodi di siccità.
Mentre quasi tutti i cactus sono piante succulente, non tutte le succulente sono cactus. La grande famiglia delle piante succulente si divide in tre grandi famiglie botaniche diverse e le Cactaceae rappresentano una di queste. Le altre due si chiamano Crassulaceae e l’Aizoaceae. Il nome Cactacae deriva dal greco “kaktos”, letteralmente “pianta spinosa”; le spine non sono altro che foglie che proteggono la pianta dai predatori e dall’evaporazione dell’acqua immagazzinata. Tra le più conosciute cactacee ci sono la Mammillaria, l’Opuntia (fico d’India) e l’Echinopsis. Le Crassulaceae è la famiglia con oltre 1300 generi di piante che vivono in ambienti molto diversi tra loro: coste, deserti o ambienti rocciosi, con colori e fiori spettacolari spesso con una forma simmetrica. Il Sedum, l’Echeveria, l’Aeonium e Sempervivum sono delle varietà in Italia molto amate. Meno conosciuta è la famiglia delle Aizoaceae, piante originarie dell’Africa del sud che vivono bene in zone tropicali, come ad esempio il genere Lithops (“pietre perenni”). In Italia conosciamo bene la Delosperma, che tende a tappezzare in breve tempo le aiuole dei giardini rocciosi con bellissimi fiori di colore bianco, giallo, rosso e rosa – fucsia.
La fioritura delle succulente avviene per la maggioranza delle specie tra maggio e novembre ed è un vero spettacolo naturale con fiori colorati dal rosa tenue al giallo e rosso intenso. Per vedere le piante in fioritura ci vuole pazienza perché è abbastanza rara, misteriosa e di breve durata. Alcuni generi impiegano diversi anni a raggiungere la fioritura, come ad esempio le Sempervivum o L’agave che paga cara la propria fioritura: questa può arrivare anche dopo 15 anni, ma la pianta muore subito dopo. Tra le specie più facili a fiorire ci sono per esempio le Kalanchoe, Mammillaria, Echeveria, Crassula, Euforbie e Mesembriantemi. Se le piante sono ben nutrite, idratate e ben illuminate in condizioni climatiche favorevoli, sono in grado di produrre fioriture ricchissime. Fate sempre attenzione a un’irrigazione corretta: troppa acqua potrebbe fermare la crescita e la fioritura, invece curata accuratamente si potrà avere una fioritura durante tutto l’anno.
Quando e come innaffiare le piante grasse è un dubbio che può mettere in difficolta anche i coltivatori più attenti e premurosi. Anche se le piante succulente preferiscono la siccità all’abbondanza di acqua, l’irrigazione nel periodo di maggior sviluppo vegetativo, di solito da marzo a novembre, è indispensabile. L’idea che le piante grasse non si devono bagnare mai è errata, bisogna sapere quando. Vale sempre che vanno evitati i ristagni d’acqua, bisogna annaffiare solo quando il terreno è ben asciutto. Attenzione alle piante cactacee che perdono le radici durante il riposo ed è quindi solo dannoso innaffiarle, perché non potrebbero assorbire l’acqua. Crescono attivamente durante le primavera e inizio estate, rallentano la crescita ad agosto e molte riprendono una crescita attiva tra settembre ed ottobre, Con l’annaffiare troppo, la pianta diventa eccessivamente molle, se l’acqua è poca invece, le parti verdi della pianta iniziano a decolorarsi.
Nicolle van Breda per Fiori in Primo Piano, Iper, La grande i